Una Nazionale “in gamba” di ragazzi con una marcia in più
Nello scorso week end erano a Gabicce Mare. Un
allenamento tosto per migliorare e prepararsi alla prossima partita. Di chi
stiamo parlando? Di un gruppo di ragazzi decisamente “in gamba”. Si tratta dei
calciatori della prima vera Nazionale del Centro Sportivo Italiano. Costituita
ufficialmente a dicembre ad Assisi è composta da atleti provenienti da tutta
Italia, da Busto Arsizio a Noto, e si sta preparando alla prima trasferta
all’estero che si svolgerà a fine aprile in Francia, vicino Lione. La vera
sorpresa però non è questa. Il fatto è che sono davvero ragazzi in gamba, anche
se di gamba ne hanno una sola. Stiamo, infatti, parlando della Nazionale calcio
amputati del Csi.
Giocano con le stampelle. Giocano alla grande. Allenamenti
fatti di impegno, sudore, tattica… Proprio come qualsiasi altra Nazionale.
Indubbiamente, però, hanno una “marcia in più”. Dovunque
vanno conquistano il cuore di tutti, diventano esempio e modello per i giovani,
trascinano con la loro simpatia e la loro gioia di vivere. Ecco perché siamo
davvero orgogliosi di loro. Questa settimana i due “piccoletti” della squadra
(Francesco Messori, 14 anni e Lorenzo Marcantognini di 11 anni) andranno ad
allenarsi a Vinovo con i giocatori della Juventus, scambiandosi la maglia: la
bianconera con l’azzurra.
Ad aprile andranno in trasferta per giocare contro la
Nazionale amputati calcio transalpina in una partita amichevole. Altre
richieste sono arrivate persino dal Giappone, anche se ovviamente ad oggi non
abbiamo le risorse necessarie per volare in estremo Oriente. Perché raccontare
di questa squadra? Perché quando li vedi in campo sul loro volto si “legge” un
sorriso grande come una casa. Sul loro volto non c’è traccia della disavventura
che li ha colpiti nella loro vita negandogli l’uso di un arto.
Andrea Zorzi, mentre era con il Csi ad Haiti la scorsa
settimana, raccontava: «Una delle cose magiche dello sport è che quando giochi
tutto il resto sembra scomparire. Finita la partita o l’allenamento tutto torna
come prima, ma durante quei momenti il mondo esterno non esiste più». Vale per
tutti. Anche per questi ragazzi in gamba dei quali siamo immensamente
orgogliosi. Il Csi sino ad ieri non aveva una Nazionale. Oggi ce l’ha. Ora
sogniamo di farli allenare a Coverciano. Di farli giocare in uno stadio prima
di una partita importante. Di farli girare il mondo per giocare insieme a
squadre omologhe di altre nazioni. Sogniamo queste cose perché sono messaggi e
testimonianze belle per lo sport e per i giovani di oggi. Mentre sogniamo e
lavoriamo per tutto questo loro si divertono come matti ogni volta che vanno in
campo e ogni volta che sono ospiti sul territorio riescono a coinvolgere istituzioni
pubbliche, società sportive locali, regalando loro forti emozioni. Tutto questo
ci regala una semplice lezione. Fiorella Mannoia cantava «c’è che ho imparato a
sognare e non smetterò…». Quel ritornello ha accompagnato vari incontri
nazionali del Csi. Ci vuole un’associazione capace di sognare per mettere
insieme una squadra come questa. E, allora, qualsiasi cosa vi riservi la vita,
non smettere mai di sognare e di inseguire “l’impossibile” nella quotidianità e
nella vostra Società sportiva. Non ve ne pentirete.